L’effetto di ritorno dell’aria compressa rappresenta una problematica da non sottovalutare per chi gestisce quotidianamente gli impianti pneumatici. Questo fenomeno, legato alla disconnessione involontaria dell’aria compressa da un tubo, nasconde diverse insidie per gli operatori e le stesse apparecchiature. Comprendere le cause è essenziale per prevenire le situazioni di pericolo, così da mantenere la sicurezza sul luogo di lavoro e la continuità operativa. Vediamo meglio cosa si intende con questo concetto, quali sono le cause, i rischi e le soluzioni che si possono applicare per evitarlo.
Cos’è l’effetto di ritorno dell’aria compressa e da cosa è provocato
L’effetto di ritorno dell’aria compressa all’interno di un sistema si manifesta quando l’aria, anziché fluire in una sola direzione, torna indietro velocemente creando delle correnti retrograde che possono destabilizzare l’impianto.
Questo fenomeno può verificarsi a seguito di una variazione o di un’interruzione imprevista della pressione oppure per una disconnessione accidentale di un componente, come un tubo che si stacca improvvisamente dal macchinario. Tra le cause scatenanti del fenomeno ci sono l’usura delle tubazioni, dei raccordi e delle guarnizioni, oltre a errori nell’installazione e di configurazione nell’assemblaggio dell’impianto.
Questo accade perché l’aria compressa viene condensata e contenuta ad una pressione superiore a quella atmosferica e la pressione proviene dal fatto che quest’aria cerca di ritornare al suo volume originale.
I rischi della disconnessione involontaria dell’aria compressa
L’effetto di ritorno dell’aria compressa può alterare il corretto funzionamento degli impianti e causare danni meccanici ai macchinari, influendo negativamente sulla loro efficienza e stabilità. Componenti delicati, come per esempio le valvole e i regolatori, possono subire stress meccanici ed eccessive sollecitazioni che, a lungo andare, aumenteranno la frequenza delle manutenzioni. Inoltre anche solo una piccola perdita di aria compressa può trasformarsi in un problema serio e arrivare a interrompere la produzione, influendo negativamente sulle tempistiche di lavoro, sui costi finali dell’impresa e mettendo in gioco la sicurezza complessiva dell’intero sistema.
Oltre al danno materiale, la disconnessione inaspettata di un tubo o di una giuntura comporta un rischio diretto per la sicurezza degli operatori. Il rilascio improvviso di aria compressa, infatti, può generare getti ad alta pressione che, se diretti verso le persone o le attrezzature sensibili, possono causare infortuni e danni ai componenti. Quando, infatti, si verifica una situazione di questo tipo – per esempio un raccordo si stacca da un tubo flessibile pressurizzato – l’aria esce in maniera incontrollata e con una velocità molto elevata. Il tubo riproduce il cosiddetto movimento a frusta che può:
- colpire la persona in ogni parte del corpo, volto compreso, provocando importanti lesioni;
- alzare la polvere e altri detriti dal pavimento, con ripercussioni per la vista o la respirabilità;
- danneggiare i timpani a causa del rumore;
- disperdere gli scarti di lavorazione e materiale in uso nell’aria, procurando problemi all’apparato respiratorio e contaminando i pezzi in produzione.
Negli ambienti industriali, dove la rapidità e l’affidabilità degli impianti sono essenziali, una disconnessione improvvisa può generare un vero e proprio effetto domino, interrompendo la catena produttiva (con eventuali perdite economiche) e dando vita a situazioni di pericolo per tutti i soggetti coinvolti. Gestire correttamente le emergenze, ma soprattutto prevenirle, è importante per evitare i rischi operativi e tutelare i propri dipendenti. Inoltre, consente di scongiurare gli eventuali problemi di natura legale e/o penale in cui si può incorrere in caso di infortunio sul lavoro.
Come bloccare l’effetto di ritorno dell’aria compressa
Nel caso si presentino anomalie al sistema, per bloccare l’effetto di ritorno dell’aria compressa è fondamentale intervenire tempestivamente. Solitamente le aziende sono preparate a fronteggiare queste problematiche con personale adeguatamente formato in modo da agire in tempi rapidi ed evitare i potenziali danni ai macchinari e alle persone.
In questi casi, la prima cosa da fare è mettere in sicurezza le persone, liberando l’area, per passare poi a bloccare l’intero sistema. Si procederà quindi con una valutazione accurata delle cause scatenanti delegando le procedure di ripristino a un professionista interno o esterno in base alla gravità.
Come prevenire l’effetto di ritorno dell’aria compressa
Per contrastare l’effetto di ritorno dell’aria compressa, l’ideale è adottare un approccio proattivo così da favorire la continuità operativa e la protezione degli operatori. Ecco cosa si può fare.
1. Installare i giusti dispositivi di sicurezza
Dotare l’impianto di dispositivi per evitare la variazione improvvisa di pressione e la disconnessione involontaria dell’aria, come gli innesti di sicurezza, consente di rilevare rapidamente l’alterazione del sistema. Questi componenti, infatti, sono in grado di arrestare il passaggio dell’aria in modo automatico, impedendo che si muova nella direzione opposta a quella prevista. Così facendo si riescono a salvaguardare le apparecchiature (riducendo il rischio di danni meccanici) e gli operatori, proteggendoli da eventuali pericoli legati a scarichi improvvisi e incontrollati.
2. Controlli periodici e manutenzione
Eseguire controlli ordinari e manutenzioni regolari all’impianto, come suggerito dal produttore e nel pieno rispetto delle normative sulla sicurezza dell’impianto, permette di verificare che non vi siano anomalie o segni di usura che possano favorire disconnessioni accidentali. Ciclicamente vanno controllate le connessioni, le guarnizioni, i tubi, i raccordi e tutti i componenti che possono essere interessati a un problema di ritorno dell’aria compressa. Un’azione preventiva che contribuisce anche al mantenimento dell’elevato standard di efficienza energetica e operativa dei macchinari.
Come scegliere gli innesti di sicurezza giusti e lavorare in un luogo sicuro
Gli innesti di sicurezza, come abbiamo anticipato, sono dispositivi progettati per prevenire il ritorno incontrollato dell’aria. Questi componenti, installati nei punti critici dell’impianto, permettono di contenere il flusso d’aria di ritorno, riducendo notevolmente il rischio di scarichi accidentali. La scelta degli innesti di sicurezza adeguati per il proprio impianto migliora la protezione dell’interno sistema e contribuisce all’ottimizzazione dell’efficienza energetica. Una gestione più controllata dell’aria compressa, infatti, permette di evitare perdite significative di energia. Non da meno, un impianto dotato di questi sistemi integrati beneficia di una maggiore stabilità operativa, limitando gli interventi di manutenzione straordinaria.
È bene preferire componenti di alta qualità che siano in grado di garantire una tenuta perfetta e una resistenza adeguata alle sollecitazioni. La scelta di prodotti composti da materiali resistenti e con standard elevati, poi, contribuisce a creare un ambiente di lavoro più sicuro.
Gli innesti più recenti riescono a rilevare le variazioni di pressione in tempo reale e intervenire automaticamente per bloccare il flusso in eccesso. Esistono soluzioni innovative e brevettate, come gli innesti rapidi CEJN eSafe che garantiscono un rilascio dell’aria controllato e senza pericoli di ritorno violento. In pratica, questi innesti sono progettati per scaricare la pressione prima dello scollegamento, un’operazione che va effettuata con due mani. Grazie alla funzione di bloccaggio supplementare, inoltre, solo l’operatore può sbloccare deliberatamente l’attacco maschio dahttps://www.airex.it/catalogo/attacchi-rapidi/attacchi-e-innesti-rapidi-cejn-esafe/ll’attacco femmina, evitando uno scollegamento involontario. Non da meno, si evita il rumore, senza influire così sull’udito.
I benefici apportati da questi prodotti non si limitano però alla sicurezza. La maggior portata di flusso e la minore caduta di pressione degli innesti rapidi eSafe, infatti, richiede meno aria compressa. Anzi, l’utilizzo di eSafe in combinazione con i giusti tubi, può portare ad un risparmio energetico fino al 30%. Secondo i test effettuati da CEJN, che mettono a confronto sistemi identici, nelle stesse condizioni e utilizzando la medesima pressione, emerge che chi utilizza gli innesti eSafe può:
- ottenere fino a un incremento del 69% sull’efficienza produttiva;
- operare in un luogo di lavoro sicuro, senza la preoccupazione di un ritorno dell’aria compressa e di eventuali lesioni.
Vuoi che il tuo luogo di lavoro sia protetto e produttivo? In Airex possiamo consigliarti come farlo. Contattaci subito per richiedere una visita in azienda da parte di un nostro tecnico e ottenere una consulenza personalizzata.